venerdì 5 dicembre 2008

Il Piccolo Principe e la Volpe


In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..."
"Chi sei?" domando' il piccolo principe, "sei molto carino..."
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..."
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:"Che cosa vuol dire "addomesticare"?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire addomesticare?"
"Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami..."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo".
"Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'e' un fiore... credo che mi abbia addomesticato..."
"E' possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra..."
"Oh! non e' sulla Terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembro' perplessa:"Su un altro pianeta?"
"Si"
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No"
"Questo mi interessa. E delle galline?"
"No"
"Non c'e' niente di perfetto", sospiro' la volpe. Ma la volpe ritorno' alla sua idea:"La mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio percio'. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara' illuminata. Conoscero' un rumore di passi che sara' diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi fara' uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiu' in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sara' meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi fara' pensare a te. E amero' il rumore del vento nel grano...".
La volpe tacque e guardo' a lungo il piccolo principe:"Per favore... addomesticami", disse.
"Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, pero'. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno piu' tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose gia' fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno piu' amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
"Che cosa bisogna fare?" domando' il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino...".
Il piccolo principe ritorno' l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe."Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice. Col passare dell'ora aumentera' la mia felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad inquietarmi; scopriro' il prezzo della felicita'! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".
"Che cos'e' un rito?" disse il piccolo principe.
"Anche questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi e' un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:"Ah!" disse la volpe, "... piangero'".
"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano". Poi soggiunse:"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua e' unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalero' un segreto".
Il piccolo principe se ne ando' a rivedere le rose. "Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e' per me unica al mondo".E le rose erano a disagio."Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si puo' morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, e' piu' importante di tutte voi, perche' e' lei che ho innaffiata. Perche' e' lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perche' e' lei che ho riparata col paravento. Perche' su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perche' e' lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perche' e' la mia rosa". E ritorno' dalla volpe.
"Addio", disse.
"Addio", disse la volpe.
"Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".
"L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurro' il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...""Io sono responsabile della mia rosa..." ripete' il piccolo principe per ricordarselo.


Antoine De Saint-Exuperie

giovedì 4 dicembre 2008

Utlimo giorno di lezione!

Buon giorno!
Ben ritrovati...son le 8.47 e la lezione di comunicazione ed educazione è cominciata!
Oggi si tenta di tirare le fila di tutto il lavoro, speriamo di riuscire a combinare qualcosa!
Son state lezioni interessanti ed impegnative perchè di queste cose non è che ne fossi poi tanto esperta! Comunque mi è servito per capire meglio certe cose a livello informatico e poi sopratutto per avvicinarmi di più a temi a me sconosciuti, poco o per niente conosciuti!
Non so bene quale fosse l'obiettivo ma credo che il diffondere la nostra conoscenza sia ben riuscito!
Non ho fatto molti post, più che altro mi piaceva girovagare per i blog degli altri e leggere cosa scrivevano per poi commentare le cose che mi colpivano di più! (anzi, credo che ora continuerò a farlo!)....in questo modo son venuta a scoprire dell'esistenza degli orti didadditci (veramente belli), ora so qualcosa di più su Claudio Imprudente che già conoscevo un pò, sulla poesia, il parere sul volontariato... Mi sarebbe piaciuto presentare maggiori argomenti ma tenere dietro ad un blog non è poi tanto facile per me (essendo pendolare si perde un sacco di tempo in viaggio e le cose da fare a casa son sempre tante! soprattutto ora che cominciano gli esami e c'è parecchio da studiare!!!)!
Spero che le informazioni sullo scoutismo siano state interessanti (a proposito: son tornata ieri da un'uscita di formazione e orientamento alle scelte future sulle colline del Chianti! Che bella esperienza e che paesaggi meravigliosi!)
Per ora credo sia quanto....proverò di farmi sentire presto con nuove cosine...intanto vado a sbirciare un pò su altri blog!!!!
Cieu!
elis@

sabato 22 novembre 2008

Un pò di scoutismo...

Da come promesso rieccomi qui!
Questo post lo dedico interamente allo scoutismo...voglio un pò raccontarvi di cos'è, come è nato e qual'è il progetto educativo che ci sta dietro!

Bene, cominciamo, allora!

Il fondatore dello scoutismo è Robert Stephenson Smyth Baden-Powell, meglio conosciuto come B.-P., nato a Londra il 22 febbraio del 1857 (data che oggi chiamiamo Thinking Day). Prestò un servizio militare eccellente, fu capitano a soli 26 anni, mostrò eccezionale abilità come topografo ed esploratore nelle diverse guerre che combattè; ritornò in Africa diverse volte, e i una di queste per combattere nella Seconda guerra boera, durante la quale liberò la città di Mafeking. Al suo ritorno, B.-P. scoprì che il suo manuale d'addestramento Aids to Scouting aveva avuto un grande successo e che era stato adottato da insegnanti e da associazioni giovanili. A seguito di ciò, B.-P. decise di riscrivere Aids to Scouting per un pubblico più giovane, e nell'agosto 1907 tenne un campo sull'isola di Brownsea con venti ragazzi di diverse estrazioni sociali, per verificare la praticabilità di alcune delle sue idee. Scautismo per ragazzi fu in seguito pubblicato, nel marzo 1908, in sei fascicoli. Ragazzi e ragazze si unirono spontaneamente per formare squadriglie ed il movimento scout divenne inaspettatamente un fenomeno di massa, dapprima nazionale, in seguito internazionale. Il 30 ottobre 1912 sposò in segreto Olave Soames, una ragazza di 32 anni più giovane, e dalla quale ebbe tre figli. Allo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914, B.-P. si mise a disposizione dell'esercito. Per motivi di salute, nel 1939 traslocò in una casa che aveva commissionato in Kenya, paese che aveva visitato in precedenza, e dove morì (a a Nyeri, vicino al Monte Kenya) l'8 gennaio del 1941. Sulla sua tomba è riportato il segnale di pista "Sono tornato a casa".

Dopo questa introduzione voglio mostrarvi il metodo educativo!

L'educazione scout ha come obiettivo principale lo sviluppo integrale della persona. L'individuo in ogni fase della sua vita è considerato come una persona completa e il Metodo Scout si prefigge di accompagnarlo, almeno per un tratto, nel suo cammino personale, andando ad agire nei cinque ambiti di sviluppo: fisico, intellettuale, emotivo, sociale e spirituale. I principi metodologici del Metodo Scout sono gli stessi in tutto il mondo.
Lo scoutismo nacque per offrire al ragazzo un mezzo efficace per sviluppare il suo carattere, per formare la sua personalità al di fuori di qualsiasi schematizzazione oppressiva, attraverso un rapporto educativo rispettoso dei principi di libertà e di democrazia in grado di favorire un adeguato sviluppo dello spirito critico. Una delle intuizioni più originali e più importanti di B.-P. sta nell’aver compreso che il valore di un uomo consiste nella realizzazione della sua specifica personalità piuttosto che adeguarsi ad un modello standardizzato di essa. La società umana ha bisogno di individui pieni di risorse, in grado appunto per questo di vivere la loro vita e di dare alla società quanto è nelle loro possibilità.
Lo scoutismo propone un metodo di educazione attivo. Tale metodo afferma:
1. la necessità che il ragazzo collabori attivamente alla sua educazione
2. l’importanza che viene data alla vita all’aria aperta e ancor di più il contatto con la natura
3. il metodo della ricerca e dell’esplorazione personale, dell’esperienza concreta
4. l’importanza del lavoro tecnico e produttivo
5. la tendenza a far assumere al ragazzo delle effettive responsabilità concrete
6. l’importanza del gioco, sempre presente in tutte le attività

Il principio di autoeducazione ha nello scoutismo duplice funzione: di condurre ad una educazione dall’interno e riconoscere le esigenze e gli interessi proprio dell’educando.
Autoeducazione intesa come quanto il ragazzo/a impara da sé, è ciò che gli rimane impresso e che lo guiderà in seguito nella vita, molto più di qualsiasi altra cosa impostagli da un insegnante attraverso l’istruzione. Autoeducazione significa che il ragazzo/ a, anziché conformarsi a un modello proposto, e anzi spesso imposto, dagli adulti, diviene l’artefice principale della crescita della propria personalità. Il ruolo del capo è limitato: egli dà al ragazzo/ a l’ambizione e il desiderio di imparare da solo. Dire autoeducazione significa anche escludere ogni tentativo di educazione collettiva o di massa. Nello scoutismo il ragazzo/ a è inserito in una comunità adeguata alla sua psicologia e della quale egli si sente in maggiore o minor misura responsabile.

La prima fase del processo educativo è costituito dal lupettismo per i bambini e dal coccinellismo per le bambine. I mezzi per applicare il metodo in queste due branche sono il gioco (si fa tutto con il gioco ma nulla per gioco), l’atmosfera fantastica (giungla o bosco) e l’abilità manuale.
All’età di 11 anni si passa quindi all’ambiente avventuroso degli esploratori e delle guide.Questa è la parte centrale dell’educazione scout, quella durante la quale il metodo ideato da B. P. trova piena applicazione. I mezzi con il quale il metodo è applicato sono soprattutto il sistema delle squadriglie e la vita all’aperto. Il sistema delle squadriglie è forse l’intuizione più importante di B. P., le squadriglie sono infatti paragonabili a delle piccole comunità autonome di 7-8 elementi, in cui tutti hanno degli incarichi. Ognuno ha quindi delle responsabilità da adempiere per il buon andamento delle attività.Con la vita all’aria aperta si cerca di far avere ai ragazzi una conoscenza diretta della natura, conoscenza acquisita tramite l’esplorazione. Si cerca inoltre di fare leva sul senso di lealtà e di cortesia dei ragazzi, affinché questo diventi il loro stile di vita.
A 16 anni il ragazzo matura le sue scelte di vita per diventare un uomo (od una donna) nel senso completo e cristiano del termine. Ora il cammino del ragazzo si completa con l’approfondimento della vita spirituale, culturale e fisica. Tutte le tecniche imparate e le doti acquisite vengono unificate nell’equilibrio della persona attraverso i punti nei quali si articola il programma dei rover e delle scolte: comunità, strada, fede e servizio. Compiuti i 21 anni il ragazzo, con la cerimonia della partenza, coronamento della promessa, si impegna a realizzare i più alti valori di vita ed in particolare a svolgere un servizio continuativo e disinteressato, a ad assumere una precisa linea di condotta di fronte ai particolari aspetti della vita. A questo punto l’uomo scout è pronto, un individuo che ha carattere, personalità, capacità fisiche, tecniche e morali, che è aperto agli altri ed al servizio del prossimo, che possa, come diceva B.P., “lasciare il mondo un poco migliore di come lo ha trovato”.

Il gioco Una buona parte delle principali attività scout, della vita del campo, alle numerose e complesse tecniche, dalla vita stessa del branco a quella della squadriglia sono presentate e vissute dal ragazzo nella forma del gioco; al quale lo stesso capo – educatore, se vuole avere un’autentica funzione educativa, deve concretamente, attivamente partecipare.
Ma la funzione del gioco nello scoutismo non si riduce soltanto a questa capacità di attirare e soddisfare i ragazzi, in quanto la sua importanza è data soprattutto dalla sua attitudine ad educare.
Ed, ancora giocando spesso e sempre meglio, il ragazzo riuscirà a liberarsi da quell’atteggiamento che consiste nel discutere e nel contestare con l’intento di avere sempre ragione.
Perché sia possibile ottenere buoni risultati, è necessario che i giochi siano adatti all’età dei ragazzi ai quali ci si rivolge. Al capo educatore si chiede particolare sensibilità ed equilibrio per porre giochi che non siano motivo di disagio per nessuno. Occorre sottolineare in oltre il fatto che lo scoutismo è stato, ed è tuttora, uno dei pochi metodi educativi che ha saputo utilizzare il gioco in tutte le varie e versatili possibilità educative, come mezzo piacevole di apprendimento, di sviluppo dell’avventura, della creatività e della socializzazione, riuscendo nello stesso tempo a soddisfare i bisogni di costruzione, esplorazione, comunicazione, movimento, avventura e far da sé, così deprivati, oggi, in quasi tutto gli ambienti educativi e la sua capacità di sviluppare nel ragazzo la gioia di vivere.

Lo spirito scout è un modo di vivere con successo la vita; un successo che consiste più semplicemente nell’essere felici in un modo profondamente nel quale il giovane impegni tutto il suo essere.
La prima caratteristica consiste nel gusto e nella volontà di essere giovani
La seconda è rappresentata dalla volontà di lasciarsi guidare, in tutte le azioni, dall’amore.

La buona azione Dal punto di vista concreto, uno degli elementi principali della formazione morale dello scoutismo è senza dubbio la pratica della buona azione (più comunemente chiamata b. a.) che per il ragazzo rappresenta un preciso dovere. Anche qui la libertà del ragazzo è completa, nessuno controllerà e perché l’atto è da considerarsi gelosamente personale. Queste buone azioni sono perfettamente adeguate all’età del ragazzo.

Movimento di massa o movimento d’élite? Entrambi….
Di massa nel senso che deve allargare il più possibile la sua base, affinché, al limite, possa abbracciare la maggior parte della gioventù di tutto il mondo. Quando invece si dice che è un movimento d’élite si intende la volontà di non lasciare per nessun motivo che la qualità ceda alla quantità.
Lo scoutismo vuole essere un movimento di massa qualificata.
Lo scoutismo non si adatta a tutti i giovani e, coloro ai quali si avvicina, rappresentano quelli che vogliono impegnarsi in un’autentica formazione personale e che individuano nello scoutismo stesso la strada per raggiungere tale obiettivo.

Rapporti con la scuola Al giorno d’oggi la scuola, specialmente quella dell’obbligo, è chiamata ad assolvere compiti educativi sempre più vasti; ciò, per l’innegabile insufficienza pedagogica della maggior parte delle famiglie e per la profonda insensibilità educativa dell’ambiente sociale in genere. B.P. stesso non riteneva che lo scoutismo dovesse soppiantare la storica funzione della scuola, ma piuttosto completarla. Baden – Powell accusa il sistema scolastico tradizionale di offrire più che un’educazione, una semplice istruzione e questo potrebbe diventare un problema se si pensa che per molti ragazzi la scuola rappresenta l’unico mezzo di formazione intellettuale ma anche sociale; in oltre B. P. afferma che la scuola, basandosi su concezioni teoriche, non tiene nel dovuto conto le esigenze e le caratteristiche naturali del ragazzo. Famiglia, scuola e scoutismo svolgono un’azione di completamento vicendevole e di integrazione reciproca. Lo scopo dello scoutismo è quello di raggiungere un generale sviluppo della personalità di ogni singolo ragazzo. Mettere a confronto scuola e scoutismo non è possibile per il semplice fatto che, per quanto riguarda l’interesse e il gusto dei ragazzi, si tratta di due metodi educativi profondamente diversi. Ed è proprio questa diversità che li rende complementari. Importante è riconoscere che l’esigenza più sentita nella scuola è di trovare all’esterno, nell’ambiente cioè in cui vive il ragazzo, un più positivo appoggio al suo lavoro educativo.

Cosa po’ offrire lo scoutismo oggi?
- offre quell’ambiente extra – scolastico, capace di affiancare l’opera della scuola e dell’insegnante
- la chiarezza dei suoi principi e la semplicità dei suoi metodi possono aiutare convenientemente lo stesso insegnante ad approfondire e risolvere i più importanti problemi educativi che la pratica continuamente gli propone

Rapporti con la famiglia Lo scoutismo, in rapporto alla famiglia, non ha il compito della formazione diretta ed esclusiva del ragazzo, ma ha solo un compito integrativo da svolgere in accordo e potenziamento dell’azione familiare. Di norma lo scoutismo è in grado di dare frutti positivi solo quando gli è possibile inserirsi senza fratture e quindi senza eccessive difficoltà nella formazione familiare di un ragazzo.

Motto: Estote parati (state pronti)

Iscritti al movimento AGESCI (Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani)
Cento: 220, il gruppo più grande di Bologna
Bologna: 24/25 gruppi per un totale di circa 3700 persone
Italia: 300000 perone
Mondo: oltre 28 milioni

Ci sarebbe ancora molto altro da dire, ma credo che mi fermerò qui…spero di non avervi annoiati! Ma se avete cose più tecniche o pratiche da chiedere io rispondo a qualsiasi dubbio!

Vi lascio il link dell’AGESCI: http://www.agesci.org/
dell’ASCI (Associazione Scoutistica Cattolica Italiana): http://it.dada.net/freeweb/asci.freeweb/
del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani): http://www.masci.it/
del CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani): http://www.cngei.it

Mi piacerebbe concludere col messaggio finale che B.-P. scrisse, come ultimo suo messaggio, agli scout!
Cari Scouts,
se avete visto la commedia Peter Pan vi ricorderete che il capo dei pirati ripeteva ad ogni occasione il suo ultimo discorso, per paura di non avere il tempo di farlo quando fosse giunto per lui il momento di morire davvero. Succede press’a poco lo stesso anche a me e, per quanto non sia ancora in punto di morte, quel momento verrà, un giorno o l’altro; così desidero mandarvi un ultimo saluto, prima che ci separiamo per sempre.
Ricordate che sono le ultime parole che udrete da me: meditatele.
Io ho trascorso una vita molto felice e desidero che ciascuno di voi abbia una vita altrettanto felice.
Credo che il Signore ci abbia messo in questo mondo meraviglioso per essere felici e godere la vita. La felicità non dipende dalle ricchezze né dal successo nella carriera, né dal cedere alle nostre voglie.
Un passo verso la felicità lo farete conquistandovi salute e robustezza finché siete ragazzi, per poter essere utili e godere la vita pienamente una volta fatti uomini.
Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità. Contentatevi di quello che avete e cercate di trarne tutto il profitto che potete. Guardate al lato bello delle cose e non al lato brutto.
Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Cercate di lasciare questo mondo un pò migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto del nostro meglio. “Siate preparati” così, a vivere felici e a morire felici. Mantenete la vostra Promessa di Scouts, anche quando non sarete più ragazzi, e Dio vi aiuti in questo.
Il vostro amicoBaden Powell of Gilwell

venerdì 21 novembre 2008

Dopo una lunga settimana

RiSalve a tutti!
Dopo una settimana sono riaffiorata! Sono riuscita a contribuire poco in questo lasso di tempo: per un pendolare la vita è di corsa...e per me lo è ancor di più perchè è insito nel mio DNA! Ma ormai ci ho fatto l'abitudine!
Ho però, ogni tanto, avuto modo di girovagare per gli altri blog -non tutti, chiaro: son veramente tanti- e quindi leggere e commentare alcuni post! Ne ho trovati di molto interessanti sui temi più vari, e di cose delle quali ero poco o addirittura per nulla a conoscenza!
Lo scopo sta avendo successo: interagire e scambiarsi informazioni e conoscenze!
Ho pensato tanto a cosa avrei potuto fornire io, di grandi temi di interesse non è che ne abbia molti....se non uno: lo scoutismo! Non dedico -o dedicherò- l'intera vita a fare le buone azioni come lo stereotipo del bravo scout vuole: quello che mi sarebbe piaciuto fare qui (e lo farò appena rientro a casa, se non oggi a breve) è quello di mostrare il vasto mondo dello scoutismo, da chi lo ha pensato ("inventare" non mi sembrava il termine più approppiato), ai suoi progressi, a quanti siamo oggi nel mondo! Così, per sfatare il mito e far crollare ogni sorta di pregiudizio o stereotipo a riguardo!
Spero ne possiate poi uscire con una visione diversa da quella che comunemente si apprende dai media!
a presto
elis@

venerdì 14 novembre 2008

Benvenuti!!!!

Buon giorno a tutti!
E benvenuti nel mio blog!
Spero si possan condividere tante cose... e spero che ciò di cui "parlerò" possa risultare interessante e costruttivo! Che sia occasione di crescita e di confronto!
Io sono Elisa, ho 20 anni e son nata a Bologna, ma da sempre vivo a Cento (una piccola città nella provincia di Ferrara, che si trova nel triangolo Modena - Ferrara - Bologna) con la mia famiglia e mia sorella, 5 anni più piccola!
Sono al secondo anno di operatore culturale / Beni culturali - scienze ambientali (il piano alternativo di operatore culturale) e alle superiori ho frequentato il Liceo delle Scienze Sociali. Il mondo dell'università mi piace molto, e son contenta della scelta che ho fatto.
Lavoro in un agriturismo biologico come cameriera - lavapiatti - animatrice di compleanni, a seconda delle necesità; non è un impegno fisso, cioè che mi occpupa molto tempo, diciamo il giusto e la paga è buona.
Da ormani 13 anni sono iscritta al gruppo scout di Cento; ho fatto diverse esperienze di volontariato e continuo a farne; non ho particolari hobby.
Mi piacciono molto i dolci, soprattuto d'estate mi prendo un pò di tempo per girare in bicicletta in mezzo alla campagna, adoro prender il caffè al bar- meglio se con amici, mi piace guardare il rugby alla tv e la pallavolo (ho giocato a livello agonistico in una squadra di pallavolo per 10 anni), ascolto ogni sorta di musica e mi piace andare al cinema! I miei libri preferiti, per ora, sono: "Il Piccolo Principe", e "Oceano mare" di Baricco; e uno dei miei film preferiti è "V per Vendetta"!
Mi piacciono molto i fiori, soprattuto fotografarli...(ma non son molto brava!!!).

Per ora credo che ciò sia abbastanza...
ma son comunque disponibile per qualsiasi domanda o curiosità su di me...

a presto
elis@